SIAMO MODELLI BASE O CAPOLAVORI D'AMORE?

Mentre Vobarno non ha ancora visto il sole e la ghiacciata Val Sabbia si appresta a vivere un nuovo giorno, Anna sta facendo rifornimento al self service della stazione di servizio.

Il suo portafoglio di pelle rossa, gonfio a dismisura, è appoggiato sul tetto della vettura insieme ad un pensiero: “Poi lo metto via”.

Nel vicino bar c’è un anziano che legge il Giornale di Brescia, una ragazza in minigonna dietro il bancone e profumo di caffè.

Mille idee accompagnano Anna in questo viaggio abitato dall’entusiasmo di un nuovo progetto. La pompa si blocca e la donna riparte insieme al suo sorriso che si allunga fino a Lavenone quando, alla cassa di un negozio, scopre di non avere il portafoglio.

Un improvviso flash le si accende dentro mostrandole il suo rubicondo tesoretto dimenticato sulla carrozzeria della macchina. Il cuore deraglia impazzito.

«Dove l’ha perso?» chiede il cassiere.

«Al distributore di Vobarno».

«Allora non lo ritrova, è pieno di extracomunitari lì. Se fosse successo a Salò avrebbe avuto più possibilità».

Parole inutili, vuote e ingiuste, quelle dell’uomo, che manifestano solo la bassezza di colui che le pronuncia. Anna gira la macchina e torna indietro.

Vobarno, stazione di servizio. Per terra la donna non vede alcunché. Arrivano due carabinieri, sono dispiaciuti e si danno da fare perlustrando la zona.

Anche l’anziano del bar mette i suoi occhi velati dalle cateratte a disposizione, mentre alla barista rincresce di non poter uscire.

Il portafoglio non si trova, l’ansia si impossessa della donna, ma il calore della vicinanza umana la avvolge. «Ho capito quanto siano importanti le parole di conforto» dirà.

È sera quando, tornata a casa, Anna apre le mail di lavoro. Altro colpo al cuore nel leggere: “Se è tuo il portafoglio che ho trovato, chiamami”. Telefona. Poche parole e un profondo grazie. «Di dove sei?» chiede Anna all’uomo. «Di Lodi» risponde lui. «Sento una voce straniera». «Sono marocchino».

Ahmed quel sabato era in gita con la famiglia ed era passato dal distributore poco dopo Anna. Invano l’aveva subito cercata sui social trovando poi, in rete, solo una mail di un’attività che poteva ricondurre a lei.

«Dimmi quanti soldi contiene» chiede per metterla alla prova.

«Circa 300€».

«Sono 315 comprese le monetine - afferma lui - e ci sono anche le immagini di Padre Pio e di Gesù. Sono loro che ti hanno aiutata». Anna è pronta a partire per Lodi, ma Ahmed la blocca: «Non serve, te lo porto io domani».

Domenica mattina. In piedi davanti alla donna c’è la famiglia marocchina al completo.

«Posso ringraziarti?» chiede Anna aprendo il portafoglio. Categorica piomba la risposta: «Non li voglio e non ne ho bisogno; ho fatto solo il mio dovere». 

«Posso almeno regalarti una bottiglia del mio olio o le verdure dell’orto?» chiede lei. L’uomo riflette, non vuole quei doni, Anna insiste finché Ahmed non acconsente dicendo: «E va bene. Anche il nostro profeta accettava i regali».

Mentre Vobarno non ha ancora visto il sole, la bellezza dell’uomo integro brilla al di là dei preconcetti mentali e dei credo religiosi, illuminando la valle con la luce della spiritualità autentica, l’unica in grado di convertire un essere umano in un capolavoro d’amore.

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#14gennaio2023
#GiornaleDiBrescia


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