CHI SEMINA BELLEZZA, RACCOGLIE SORRISI

Fa ancora freddo stamattina in Vaghezza, mentre i primi raggi del nuovo giorno raggiungono chiome e tronchi fra cori festosi di uccellini e scoiattoli furbissimi.

L’uomo che calpesta il sottobosco ha lo sguardo profondo del cerbiatto e la barba morbida del muschio che ricopre il lato nord dei tronchi.

I suoi pensieri riempiono l'aria, ma lui non lo sa; se solo sospettasse di essere percepito, zittirebbe la mente all’istante. Cammina, Fabio. Il suo incedere è preciso, come se nemmeno un passo fosse lasciato al caso. Si guarda attorno.

Nel bosco lui non sente la solitudine che prova a casa, perché gli alberi lo cingono in un abbraccio fraterno.

Le cellule, tutte insieme, pulsano all’unisono i loro rintocchi vibrando nei funghi, in un rametto consunto, sotto pelle, nel brusio di un ricordo. Fabio si blocca. Osserva una radice, ma non vede solo quella, bensì una forma che, da qualche parte, esiste già.

La danza ha inizio; Fabio, guidato da un’invisibile regia, sposta una pigna, poi un’altra. Si guarda attorno. Le sue mani sono connesse al cuore dell’universo che batte sempre più forte mentre una figura affiora fra le dita di quel tronco. 

È l’istinto a condurre Fabio Racheli nella creazione di opere di Land Art che regala al bosco e a noi. Non c’è fatica mentre prende, mette, lascia, sposta, in un fluire discreto, ma incessante, che si ferma solo quando le proporzioni della neonata creatura si sono perfettamente fuse con l’ambiente. Nella natura, Fabio, diventa natura, perde la cognizione del tempo e, alla fine, stupefatto, osserva ciò che ha creato:

“E tu? - si chiede - Da dove sei uscita?”

Una profondissima pace interiore è l’unica risposta mentre lascia tutto lì e si allontana a passi leggeri.

«Mi sento libero. A volte consolato, altre arricchito da risposte a domande che, in quello sprazzo silente d’immensità, sono emerse. Capita che ritorni nello stesso luogo dopo qualche settimana e, quando succede, mi accerto che la natura abbia fatto il suo corso, rivivo le emozioni provate e respiro il mio grazie per quella conca di bosco che ha curato le mie ferite custodendo la mia anima, per un po’».

Fabio non crea solo nei boschi. La purezza della sua arte raggiunge qualsiasi strumento la vita gli consegni: foglie secche, fili di lana, fiori freschi, stoffe, persino brandelli di plastica, sfiorati dal suo tocco, diventano sinfonie di rara bellezza nelle quali gli elementi della terra e dell’uomo incontrano la bacchetta del direttore d’orchestra.

Creare opere di Land Art mentre si passeggia equivale a seminare l’amore incondizionato che tutti abbiamo bisogno di ricevere ma, soprattutto, di donare. Possiamo farlo in molti modi, tanti quanti sono i nostri cuori.

Impariamo da Fabio.

Lasciamo anche noi che le nostre mani siano collegati al sentire profondo che ci abita e diventiamo co-creatori di armonia, desiderosi di restituire, laddove siamo, il nostro grazie al Pianeta che ci ospita. 

La stagione dei fiori è alle porte; è tempo di mollare le paure e di permettere alle nostre cellule di rinascere donando, a ignoti cuori, l’opera d’arte che siamo.

Chi semina bellezza non potrà che raccogliere sorrisi.

E primavera sia. Ovunque. Per tutti.

 

   LINK RACCOLTA ARTICOLI 2020-2021

#11marzo2023
#GiornaleDiBrescia


LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI