OGNUNO GIRA IL MODO COME PUO' 

In quel tardo pomeriggio ovattato di nebbia, le note chiassose e le urla dei ragazzi che si spingevano per afferrare il pennacchio che avrebbe regalato al vincente un altro giro sul “calcio in culo”, infrangevano il silenzio dei campi gelidi d’inverno.

Il proprietario della giostra, Mario detto il Baffo, un ometto calvo con grandi mustacchi tinti di biondo, non vedeva l’ora di chiudere baracca per rintanarsi nell’osteria. 

Fu proprio nel trani che, quella sera, Mario conobbe un commerciante di bestiame che veniva da lontano e che aveva molte storie da raccontare.

Il Baffo ascoltò a lungo l’uomo con un pensiero ossessivo piantato in testa: “Un giorno dovrà raccontare anche di me. Voglio girare il mondo anch’io”.

Andò che i due ancora parlavano bagnandosi la gola con il ‘rosso’ della casa mentre il campanile, con i suoi numerosi rintocchi, aveva già spedito a casa tutti i pantaloni del paese.

All’ora limite delle dieci, fu Mario il primo ad alzarsi e, a pochi centimetri dal decollo, a ricadere sulla sedia. Il commerciante si levò e, dopo qualche tentennamento, riuscì a reggersi.

Uscirono insieme puntellandosi uno sull’altro e si incamminarono come due linee convergenti verso la giostra che Mario aveva insistito voler mostrare all’amico di calice.

Giunti a destinazione in aperta campagna, mentre il forestiero raccontava di certi ottovolanti dell’Oktoberfest alti come grattacieli di Dubai, Mario, con occhi bramosi di celebrità, disse:

«Ti va di fare un giro?»

Il commerciante, desideroso solo di sedersi, acconsentì alzando l’asticella lucida di un seggiolino scrostato e prendendo posto.

Il Baffo barcollò fino alla cabina di comando, schiacciò il bottone dell’avvio e, a seguire, anche quello della musica perché la colonna sonora, nei racconti di gloria, è fondamentale.

Lentamente il carosello tornò in vita e mentre i seggiolini iniziavano ad animarsi, anche Mario, in preda all’entusiasmo, balzò a bordo.

Il girotondo raggiunse progressivamente la massima velocità e la campagna padana si tinse per qualche istante di ubriaca allegria mentre i due roteavano senza avere ancora realizzato che, a terra, non c’era più nessuno che potesse azionare lo stop.

Ci pensò un contadino che, alzatosi di primo mattino per andare nei campi, sentì in lontananza una musica inconsueta per quell’alba gelida. Incuriosito andò a vedere.

Trovò i due che, dopo 7 ore di paranoico roteare, non avevano più nulla da vomitare e ancora giravano.

Vennero entrambi portati in ospedale e, a seguire, il commerciante denunciò il giostraio che ne uscì vittorioso non tanto per la causa, che in verità perse, ma per aver realizzato il sogno di entrare nei racconti del forestiero non come personaggio secondario, ma addirittura come protagonista. Non solo.

L’accaduto venne riportato sul giornale locale e Mario, orgoglioso, ritagliò l’articolo che conservò con cura nel portafoglio e mille volte mostrò.

I giorni di degenza, l’udienza in tribunale, il prestito della banca per risarcire il commerciante sarebbero passati, ma il nome di Mario avrebbe fatto giro del mondo sulle labbra del forestiero.

Dopo tutto la gloria, il Baffo ne era certo, valeva pur qualche piccolo inconveniente! 

 

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#15aprile2023
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