SCAPPIAMO DALLA BELLEZZA CHE NON VEDIAMO
Brescia 21 luglio. Ore 14. “Perché continua a fare gesti?” pensa Mara ferma al semaforo di Piazza Arnaldo mentre osserva dallo specchietto retrovisore il tizio sulla golf. Verde. Mara accelera e imbocca la strada per il Castello. La golf la segue.
Primo tornante, l’ansia monta. Secondo tornante, l’uomo sventola dal finestrino uno straccio viola e le fa segno di fermarsi. “Devo arrivare allo Chalet, qualcuno mi aiuterà”.
Giunti sulla sommità della collina, Mara deve fermarsi perché c’è una vettura in manovra. Con il terrore addosso osserva l’uomo scendere dalla golf e avvicinarsi. Le portiere sono chiuse ma lui è al finestrino ancora con quello straccio.
Mara tiene lo sguardo fisso davanti a sé pronta a ripartire per seminarlo. Lui appoggia sul parabrezza il cencio viola con “il mio portafoglio, e quello è il mio foulard!” esclama Mara mentre il tipo è già tornato alla golf e, superandola, è ripartito.
La donna aveva fatto benzina all’automatico dimenticando foulard e portafoglio sul tetto della macchina. Mentre ancora in tumulto constata che nulla le è stato sottratto, la donna è invasa da un profondo senso di gratitudine misto alla colpa per aver solo pensato male: “Sventolava il foulard e nemmeno vedevo che era il mio!”
Succede sempre così: quando abbiamo in testa qualcosa, la realtà diventa quella cosa e tutto il resto non esiste più. I nostri occhi riescono solo a captare il mondo che stiamo costruendo in quell’istante e che, per Mara, si riempiva dell’uomo minaccioso che la inseguiva.
L’estate è ovunque e se riusciremo a staccare per qualche giorno la spina, ci darà modo di ricostruire il nostro mondo interiore per affacciarci poi, più consapevolmente, ad una realtà esterna che assomiglierà alla bellezza che avremo saputo coltivare dentro.
Va fatto perché, se non nutriamo la dimensione interiore, l’esistenza diventa una fatica enorme e un continuo fuggire senza trovar pace.
Chi è davvero in pace, infatti, non ha nemmeno bisogno di spostarsi da dove è, come Ruben che non ha mai chiuso bottega. “In fondo cos’era la vacanza? Una miglior condizione di vita, un cambio di ritmo per ricaricare le pile, ma a lui tutto questo succedeva già.
Quando Ruben lavorava ad una scarpa, lo faceva con passione, curandola nei dettagli, anche quelli non visibili; nascondeva sempre, fra suola e tomaia, una manciata di parole scritte a china, parole positive, parole che avrebbero fatto bene agli acquirenti, calpestando, insieme a loro, asfalto e terra. E talvolta fiori.
Le sue creazioni erano preghiere di cuoio marchiate di sorrisi (tratto dal mio romanzo Dentro le scarpe)”.
Che quest’estate possa riempirsi di ”preghiere marchiate di sorrisi” perché, con tutto il suo carico di pesi e sofferenze, vivere è una straordinaria avventura che talvolta rischiamo di perderci comportandoci da servi e non da figli. Siamo qui, ma non siamo qui.
“La Bellezza nel Quotidiano” tornerà il 2 settembre mentre io conserverò preziosi in me i vostri sguardi sconosciuti e il battito all’unisono dei nostri cuori, indomiti ricercatori della bellezza che sapremo vedere ovunque perché “guardare una cosa è diverso dal vederla; non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza (Oscar Wilde)”.
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