MENTRE SPRECHI TEMPO, LA VITA PASSA
Possibile che un ventenne non trovi niente di interessante in sé da dover indossare l’abito dell’alterato per sentirsi qualcuno o, forse, per scomparire a se stesso?
Da cosa è fatto quel vuoto che il fumo, la droga, l’alcol riempiono?
A parte le cause patologiche o le fratture interiori laceranti che possono portare ad annebbiarsi per sopravvivere alle proprie disgrazie, di chi sono le responsabilità di questo dramma che non solo provoca tragedie stradali e morti innocenti, ma che indebolisce un’intera generazione?
Avevo 25 anni quando sono stata con un gruppo di studenti nella DDR. Ricordo i nostri coetanei tedeschi, ubriachi già di pomeriggio, insultarci; nella Repubblica (per nulla) Democratica Tedesca l’alcol costava pochissimo, mentre il prezzo di un libro, in quanto bene di lusso, era alto.
Mi dicevo: quanto facile è controllare una massa di ubriaconi e quanto difficile sarebbe avere a che fare con lettori dal cervello vigile?
Pensavo di essere fortunata a non essere nata sotto una dittatura ma, ahimè, esiste anche la democrazia apparente, quella di chi governa non comportandosi da “buon padre di famiglia”.
Alcuni esempi vicini? Ci indigniamo quando i ragazzi imbevuti d’alcol si trasformano in assassini stradali, ma perché lo Stato non fa chiudere bar e discoteche a mezzanotte (se vogliamo gente vivace di giorno, aiutiamola a dormire di notte) con un servizio fisso di militari fuori dai locali che controllano tutti (e ribadisco tutti) gli autisti prima che salgano in auto?
Invece di crescere una generazione di rintronati, perché chi detiene i monopoli killer non calmiera la circolazione e il prezzo degli alcolici rendendoli difficilmente accessibili e non la smette di ingrassarsi con il gioco d’azzardo?
Titoli dei giornali come: “Lo Stato incassa 10,3 miliardi con il gioco” dovrebbero diventare: “Vergogna! Lo Stato sottrae 20 miliardi dalle tasche degli italiani sfruttando la dipendenza dal gioco”.
Tuttavia, anche se sembra che la modalità dello stordimento generazionale stia prevalendo, le eccellenze esistono e sono ragazzi svegli che si incontrano per studiare soluzioni utili all’umanità, individui integri che non hanno paura di partire da sé, dal guardare in faccia le proprie fragilità che, condivise con gli altri, non sono più così temibili;
studenti e lavoratori che si frequentano per dare un senso di vita e non di morte ai loro sabati sera, persone che all’alba corrono nei parchi e sulle spiagge e che nessun potere potrà mai padroneggiare.
E tutti gli altri?
A te che ti alteri per sentirti vivo, chiedo: non sei ancora stufo di barattare la tua libertà in cambio di un veleno?
Inventati una nuova vita, torna a essere libero, scegli di essere la meraviglia che sei quando non dipendi da niente e da nessuno perché, mentre sprechi tempo, la vita passa ed “è triste trovarsi adulti senza essere cresciuti” cantava De André.
Se alla fine di una serata delle solite non torni a casa con la gioia addosso o l’entusiasmo di chi sta costruendo un grande sogno, ma sei solo distrutto e non vedi l’ora di buttarti con la bocca impastata su di un letto qualsiasi, chiediti: Non merito di più?
Solo tu puoi risponderti. Solo tu puoi amarti. Solo tu puoi ripartire. Da te.
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