IL GIORNO DEL GRANDE BASTA

Ammirando gli alberi ricoperti da una rinnovata capigliatura teneramente verde e le piante calve con solo qualche fogliolina qua e là, rifletto sui diversi tempi di risveglio della natura e di ognuno di noi.

Ed ecco due persone, alberi umani, che in questo periodo stanno affrontando un problema di salute per il quale la medicina non ha ancora trovato una soluzione: 

Ada ha affidato la sua malattia ai professionisti del corpo chiedendo loro cosa fare, Dario è andato dal medico per dare un nome a quella che lui chiama benettia, poi si è tuffato dentro di sé alla ricerca del messaggio che il corpo gli sta recapitando.

«I nodi arrivano sempre al pettine - racconta Dario - Per anni ho ignorato i disagi e andavo avanti trovando soluzioni di comodo, ma incastrandomi di fatto nel mal di vivere ogni giorno di più.

Il fisico non ha mai smesso di parlarmi, prima con disturbi lievi, poi alzando la voce, ma io lo zittivo con i farmaci che eliminavano i malesseri, ma non certo il mio mal-essere di fondo. Fino alla mazzata odierna che non posso evitare di affrontare».

Mi viene in mente Platone che parlava di medicina degli schiavi ai quali veniva dato un rimedio per eliminare i sintomi e permettere loro di tornare subito al lavoro, e di medicina degli uomini liberi attenta non solo ai sintomi, ma anche all'anima e ai rapporti familiari del malato.

«Era un po’ che il lavoro non mi soddisfaceva più - riprende Dario - il rapporto con mia moglie era piatto, mio figlio mi comunicava il suo, anzi forse il mio disagio esistenziale, ma solo oggi, grazie alla diagnosi infausta, ho deciso per il "tana libera tutti”.

Perché non siamo separati da quel che ci succede, noi siamo quel che succede, siamo collegati gli uni agli altri e non solo fra di noi, siamo sincronizzati con la natura, il mondo, l’universo, tutto!»

Il giovane uomo, per tradurre la voce del corpo, andare all’origine del problema e dare un senso alla pedata della vita, sta spaziando dalla chinesiologia all’ipnosi regressiva, dalla medicina germanica alla riflessologia plantare, dalla fitoterapia alla corretta alimentazione, dalla biorisonanza alla medicina quantistica, «e poi basta con questo lavoro, basta con il tempo per me che non non c’è mai, basta con la fuga dai problemi di casa.

In estrema sintesi, se dovessi dirti cosa sto facendo, ti direi “un grande basta” - afferma prima di concludere solennemente - Jung diceva: “Rendi cosciente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”».

Osservo Dario che, con sofferenza e coraggio, sta rivoluzionando la sua esistenza esplorando i misteri della mente conscia dominata dai meccanismi di causa-effetto, dell’inconscio, serbatoio di vissuti che sempre ci vengono restituiti, e del superconscio, nome dato dalla psicologia alla presenza divina in noi, dove tutto avviene sincronicamente. 

Poi guardo Ada che sceglie di non scoperchiare il pentolone. Infine alzo gli occhi ai rami di questa primavera, ai loro e nostri tempi soggettivi di fioritura e mi dico: alberi, come gli alberi siamo tutti ugualmente belli nel nostro essere rigogliosi o mezzi nudi.

È solo questione di tempo e, forse, di quando arriverà il giorno del grande basta.



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