NASCERE ORIGINALI PER NON MORIRE FOTOCOPIE

Sulle prime non sapevo perché la storia di Carlo Acutis mi avesse così profondamente colpito, ma poi ho compreso: Carlo non solo si era posto fin da piccolo la domanda su quale fosse il senso della sua vita, ma aveva anche trovato una risposta.

Bambino vivace, simpatico, appassionato di animali, sport e computer, era sempre disponibile verso chi incontrava, conosciuto o sconosciuto che fosse. La fonte dell’amore che viveva e irradiava risiedeva nel suo alimento quotidiano: l’Eucarestia. 

Aveva sette anni quando, ricevendola, scoprì in quel sacramento una sorgente inesauribile di gioia e di conforto. «Com’è possibile - si chiedeva - che davanti a un concerto rock o a una partita di calcio ci siano file interminabili di persone mentre davanti al Tabernacolo, dove è presente realmente Dio, dove impariamo a relazionarci con gli altri e ad affrontare con leggerezza tutto ciò che la vita ci porta, non succeda la stessa cosa?» 

L’Ostia di cui Carlo si cibava andando a messa ogni giorno era la sua «autostrada per il cielo» perché, diceva il futuro santo, «una vita è veramente bella solo se si arriva ad amare Dio sopra ogni cosa.

Per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto stesso di Dio, cioè dei Suoi sacramenti che ci aiutano a diventare chi potenzialmente già siamo». 

Carlo si adoperava moltissimo per far comprendere l’importanza dell’Ostia consacrata e, allo scopo, ha organizzato una mostra on line sui miracoli eucaristici (miracolieucaristici.org) che ha girato e ancora gira il mondo.

«La nostra vita spirituale, al pari di quella fisica, ha continuamente bisogno di cibo e Gesù è Amore; più ci nutriamo di Lui, più Lui aumenta la nostre capacità di amare».

Poi arrivò l’autunno del 2006, Carlo frequentava il liceo classico, aveva quindici anni e contrasse una grave forma di leucemia che, in soli tre giorni, lo rapì da questo mondo.

Un paio di mesi dopo i suoi genitori trovarono un video nel quale il ragazzo annunciava la sua dipartita con la serenità propria di chi, non avendo sprecato nemmeno un minuto del proprio tempo, non ha rimpianti. 

Nel suo breve passaggio terreno Carlo soleva ripetere che “tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie”, frase che i nostri ragazzi dovrebbero tatuarsi sul cuore per fuggire le lusinghe di una società che tende a uniformarli invitandoli a scimiottare, persino con l’utilizzo della chirurgia, i modelli del momento che, in quanto a gioia di vivere, brancolano nel web.

Che sia proprio l’incapacità di diventare ciò che siamo sprizzando originalità da tutti i pori la radice dei nostri problemi?

Carlo, con i suoi quindici anni di serenità, ci stimola a interrogarci sul senso della nostra vita per abbeverarci alla fonte della gioia e poi diffonderla, ognuno a modo proprio. 

Mi chiedo: i nostri passi sfiorano leggeri il suolo lasciando orme una diversa dall’altra o tracciano solchi pesanti identici a quelli di molti? Seguire la massa trasforma l’esistenza in un macigno. Sintonizzarci con cor-aggio e quindi cuore sullo spirito rende la «vita veramente bella».

D’altronde, lo sappiamo, ognuno di noi non è nato per essere fotocopia, ma originale. Sempre.



LIBRO RACCOLTA ARTICOLI 2020 - 2023

#8giugno2024
#GiornaleDiBrescia


LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI