LA GIOVINEZZA NON CONOSCE LA PAROLA 'ORMAI'

Aldo era un uomo pieno di vita, spiritoso, sempre in movimento, appassionato lavoratore, indomabile amante. Dico ‘era’ non perché sia morto, ma perché un giorno permise che sulla sua vita calasse il sipario della parola ‘ormai’. Quando successe, Aldo non era anziano, non lo è nemmeno oggi.


Stessa cosa la vidi in Sibilla, una professoressa in pensione, il giorno in cui si accorse di non essere più «quella di prima»; capitava, infatti, che le cedesse un ginocchio o che i figli le rimarcassero il suo ripetersi. Quando la donna si scontrava contro la realtà del fisico acciaccato o della memoria smarrita in qualche anfratto di gioventù, gli ‘ormai’ cadevano a pioggia, deprimendola.


E poi c’è Enrico, il mio giovane amico di 85 anni, un uomo sempre sorridente e allegro che, se ha qualche dolore, canta. Stare in sua compagnia davanti al caminetto che lui chiama il suo televisore, è pura meraviglia; si chiacchiera, ma si potrebbe anche non dire alcunché, giacché la sua presenza irradia un tal benessere da rendere superflue le parole.

Enrico si entusiasma per qualsiasi cosa e ogni giorno è pronto per una nuova avventura. Nel suo vocabolario la parola ‘ormai’ non è mai esistita, perché lui ha sempre goduto del presente e ringraziato, qualsiasi cosa succedesse. Un giorno in risposta alla mia domanda su cosa facesse quanto accadeva qualcosa di brutto, mi ha detto: «Festeggiavo!».

Eppure Enrico non è matto, lui semplicemente si fida di quel che la vita gli riserva e il risultato della sua totale accettazione è impresso sul suo volto, rischiarato dalla gioia. Ne parlo al presente perché, nonostante 4 anni fa abbia lasciato il corpo, la sua luce è ovunque.


Dinanzi a questo esempio di eterna giovinezza, come non ricordare le parole di Albert Sabin?

La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d'animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell'immaginazione, in una forza emotiva; nel prevalere dell'audacia sulla timidezza e della sete dell'avventura sull'amore per le comodità.

Non si invecchia per il semplice fatto d'aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale.


Essere giovani significa conservare a 60 o 70 anni l'amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; l'attenzione intrepida lanciata agli avvenimenti. Il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza.

Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito.

Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di essi si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra Anima”.


È estate!

Non permettiamo alle coltri del glaciali rimpianti di raggelare le nostre vite rendendoci vecchi a 20 come a 90 anni, ma procediamo, giorno dopo giorno, accogliendo e fidandoci di quel che arriva.

Forse non riusciremo sempre, come Enrico, a festeggiare, ma se anche solo archivieremo con fresco piacere tutti i nostri ‘ormai’, questa sarà di certo una gran bella estate.


#26giugno2021
#GiornaleDiBrescia


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