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C'È UNA SEDIA ROSSA IN ATTESA DEL VIANDANTE
Qualcuno li accantona perché non fanno aumentare il PIL, perché non sono abbastanza veloci, perché raccontano sempre le stesse cose. Perché sono donne e uomini su di età, quindi inutili.
Altri li esaltano per gli stessi motivi: non essendo più obbligati a produrre, posseggono il bene prezioso del tempo, non dovendo inseguire i ritmi frenetici del lavoro, beneficiano di una mirabile calma, essendo testimoni di antiche storie, sono biblioteche viventi. Perché sono anziani e saggi.
Ed è così che a Mezzano, affascinante borgo del Trentino adagiato ai piedi delle Pale di San Martino, girando con amici ci siamo imbattuti in una misteriosa sedia rossa che viene spostata ogni giorno. Sulla sedia c’è un campanello e un cartello con scritto
“Ciao Viandante, suona il campanello, uno di noi verrà a raccontarti la nostra storia”.
Nello scuotere il pendaglio si attiva un incantesimo che, nel nostro caso, ha preso la sembianza di una casa di pietra ridondante di fiori e ortaggi, dalla quale sono uscite tre figure; assistere all’entrata in scena di una donna dai candidi capelli preceduta dal nipote munito di fisarmonica, e da una cucciola bionda che non si staccava dal fratellino, è stato come sfogliare un libro di fiabe. O di poesie.
Mentre la musica riempiva l’aria accarezzando l’acciottolato consunto e rimbalzando sui muri di sassi e sugli arzigogolati cumuli di legna, l’anziana ci raggiungeva a passo da bersagliere mostrandoci il fienile di assi e pietra all’interno del quale ci avrebbe raccontato una storia. La sua storia.
La narrazione è infatti diversa a seconda di chi, quel giorno, offre la propria disponibilità a condividere un pezzo della propria vita.
I racconti vanno da quando in paese si viveva di allevamento e agricoltura, a quando le donne filavano la canapa e andavano al lavatoio, dalle vicende degli uomini che portavano le mucche sui pascoli alti, a chi perdeva le chiavi di casa e andava a cercarle in chiesa (perché chi trovava qualcosa la portava là).
Questi insoliti ciceroni, felici di spendere meglio il loro tempo e di essere rinati a vita nuova, sono inoltra disponibili anche per informazioni turistiche e ricette popolari,
ma le sorprese non finiscono qui giacché il borgo è un museo a cielo aperto pieno di curiosità e frecce rosse che indicano le meraviglie lignee disseminate ovunque: dalla sirena sull’altalena della Posta, all’occhio gigante, dalla ghiacciaia naturale, alle cataste di legno fattesi arte.
Girando a zonzo mi sono chiesta: quanto bello sarebbe esportare in altri paesi e nei centri storici delle città la sedia rossa insieme all’incantevole cura dei luoghi, all’amorevolezza che fluttua laddove regna l’armonia e al sorriso antico dei mezzanesi?
Gli anziani li abbiamo già e, oltre ad essere il patrimonio mondiale dell’umanità, sono coloro che ci mostrano la direzione verso la quale, a Dio piacendo, stiamo andando tutti.
Perché la ruota della vita gira. E noi con lei.
La scelta sulla vecchiaia è solo una: fare come gli abitanti di Mezzano cioè accettarla, armarci di sana ironia e metterci al servizio degli altri, oppure rifiutarla, arrabbiarci/deprimerci e infierire su chi ci circonda.
Comunque andrà, la ruota continuerà imperterrita a girare. E noi con lei.
#4settembre2021
#GiornaleDiBrescia
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