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IL RISVEGLIO DEI SOGNI ADDORMENTATI
Ha 18 anni il ragazzo che, in un parcheggio, mi chiede un passaggio. Percorriamo un tratto di strada insieme. Riccardo frequenta la quinta liceo.
Gli chiedo quale sia il suo sogno. «Non ne ho idea - risponde - se trovassi una bacchetta magica, le chiederei di mostrarmi cosa voglio».
«Ci sarà pure qualcosa che ti appassiona, o che ti viene facile senza sforzarti granché» incalzo io. Niente. Tabula rasa. Il tempo insieme è terminato.
Lui scende e il mio pensiero corre a Silvia Scarpellini, una donna incontrata di recente, che si dedica al risveglio dei sogni addormentati.
«Sin da bambina mi piaceva modellare la creta e dipingere - racconta - poi la mia passione è diventata una professione e per 13 anni ho lavorato nel settore tessile creando, in digitale, disegni per tessuti jacquard e book di tendenza. Ho lasciato quel mondo con la nascita dei miei figli ma, non appena ho potuto, vi ho fatto ritorno perché la nostalgia era troppa».
«Da dove hai ricominciato?» chiedo.
«Un giorno sono entrata in un negozio che esponeva fate e folletti; incantata mi guardavo attorno mentre ‘qualcosa’ che non so definire, mi si risvegliava dentro.
Quella sera ho iniziato a modellare bambole in porcellana fredda che ho poi esposto, con il nome d’arte “LaTilla”, in mostre d’arte collettive in Europa e negli Stati Uniti.
L’arte è da sempre il mio psicologo personale e ricominciare a creare è stato come tornare a casa. Inizialmente, per esorcizzare i miei demoni, realizzavo creazioni creepy e dark poi, con il primo lockdown, sono precipitata, come tanti, in un burrone mentale, ed è stato laggiù che sono stata raggiunta da un raggio di luce che diceva:
“Diventa cielo. Prendi un’ascia e rompi le pareti della tua prigione. Fuggi (Rumi)”. E sono fuggita.
All’improvviso, mi sentivo libera! - Lo sguardo di Silvia si illumina - Libera perché l’arte poteva portarmi ovunque facendomi evadere dalla prigione interiore nella quale mi ero rinchiusa dipingendo la paura.
Ho quindi afferrato la mia tavoletta da disegno e tracciato segni che diventavano la chioma fluente di una bimba dagli occhi grandi che correva in bicicletta e, mentre creavo, respiravo profumo di lacca per capelli e percepivo sulla pelle il vento fresco che faceva svolazzare un vestitino bon ton. E sorridevo.
Nel creare bellezza mi sono ritrovata in una condizione di assenza di tempo nella quale la tristezza che avevo assorbito, non c’era più».
«Pensi che l’arte allevii il mal di vivere?»
«Per me è così; creare personaggi che sprizzano gioia mi regala sensazioni di pace, orizzonti sconfinati e libertà. È una condizione interiore che si espande all’infinito e che si attiva ogni volta che ci dedichiamo a quel che amiamo. Dobbiamo soprattutto aiutare i bambini a risvegliare i loro sogni e talenti, che forse sono la stessa cosa; allo scopo sto creando storie illustrate che trasmettano questo messaggio».
Racconto a Silvia di Riccardo che non è attratto da nulla e lei mi cita ancora i versi del grande poeta afgano: “Sei nato con un potenziale. Sei nato con la bontà e con la fiducia. Sei nato con ideali e sogni. Sei nato con la grandezza. Sei nato con le ali. Non sei stato concepito per strisciare, quindi non farlo. Hai le ali. Impara a usarle e a volare (Rumi)”. Grazie Silvia.
Buon volo a tutti!
Didascalia immagine: " Correre a perdifiatoooooo" Silvia Scarpellini (LaTilla) illustrazione digitale, Photoshop
#25settembre2021
#GiornaleDiBrescia
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