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LA PIPA DE PRESIDENTE E I PICCOLI ESPLORATORI
Di questa indimenticabile vicenda, mi ha colpito la fantasia dei coniugi salodiani Angelo e Lucia, e non solo quella; Angelo Aime e Lucia Lanzi, con i loro sguardi brillanti, sprigionano oggi come allora, un’energia contagiosa.
Siamo all’inizio degli anni ’80 e mentre Angelo si guadagna da vivere come scultore e prestigiatore, Lucia è un’appassionata insegnante. Sono entrambi capi scout e, fra i loro sogni, c’è quello di far vivere ai ragazzi un campo estivo all’estero.
In quei giorni Angelo, costretto a letto bendato per un problema alla retina, può solo ascoltare la radio, ed è lì che gli balena l’idea di chiedere a Sandro Pertini l’omaggio di una pipa da vendere per finanziare il viaggio.
I lupetti vengono incaricati di scrivere la lettera al Presidente della Repubblica e, dopo sei settimane, il gruppo scout si ritrova fra le mani la risposta di Pertini con annessa pipa e benestare alla vendita.
A questo punto del racconto entra in scena il secondo colpo di genio: offrire l’ambìto oggetto sulla bancarella di Portobello, il mercatino del venerdì di Enzo Tortora che va in onda ogni settimana su Rai 2.
Detto fatto Angelo, Lucia e i 30 lupetti si ritrovano in trasmissione dove la pipa viene ceduta per 6 milioni di lire che diventano 11 grazie alle donazioni dei telespettatori.
Con una fetta del ricavato il gruppo scout parte a bordo di un pullman sul quale campeggia lo striscione “La Pipa del Presidente Pertini” e, dopo aver fatto tappa a Roma per la sfilata dei corazzieri e il caloroso saluto del Presidente, sbarca in Grecia (e l’anno successivo in Corsica).
Due gli aspetti di questa storia che più mi colpiscono. Il primo: quando ci si allea con le forze dell’universo come co-creatori di bellezza, l’abbondanza si manifesta perché, all’improvviso, non si è più separati, ma uno con tutto e con tutti.
Il secondo: se Angelo non fosse stato costretto a letto con gli occhi chiusi e la radio accesa, la trovata della pipa si sarebbe mai fatta spazio nel suo tumultuoso quotidiano mentale? Nulla succede per caso.
Affascinata osservo la nascita di un’idea che, dopo aver squarciato il groviglio dei nostri pensieri, aleggia vulnerabile in attesa di ottenere o meno il sigillo di approvazione dalla Vita; se il verdetto è positivo, l’idea raggiunge facilmente la meta.
Se è negativo, sulla strada si incontrano segnali di stop sotto forma di complicazioni varie; questi cartelli non significano per forza che quel proposito o quella relazione siano da evitare in assoluto, ma che, a quella tappa del cammino, potrebbero non rappresentare la nostra migliore opportunità di crescita.
La domanda da porci è: preferiamo essere minuscole formiche che vanno e vengono dal più o meno confortevole, ma conosciuto, formicaio, o esploratori che, mollato il controllo dei loro progetti all’Universo, seguono le direzioni che la fantasia e l’amore della Vita indicano loro attraverso le frecce degli accadimenti quotidiani?
Non c’è una scelta migliore, ma milioni di orizzonti, tutti percorribili. Milioni di pipe. Milioni di sguardi scintillanti come quelli di Angelo, di Lucia e di tutti i coraggiosi ricercatori di felicità e armonia planetari la luminosa presenza dei quali, se prestiamo attenzione, è ovunque.
#4dicembre2021
#GiornaleDiBrescia
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