LA DOMENICA, TU, RIPOSI?

Entro trafelata nel supermercato passando sotto l’enorme scritta ‘aperto 7 giorni su 7’. Noto che anche il vicino panificio si è adeguato. Cosa direbbe Costantino?

Un messaggio sul cellulare mi avvisa che se non risponderò entro un’ora a una domanda sull'annuncio che ho pubblicato, la media del mio tempo di reazione, e di conseguenza il mio punteggio di venditore, si abbasseranno. Ma è domenica! Perché non modificano l’algoritmo inserendo nei calcoli il giorno di riposo settimanale? Costantino sarebbe d’accordo.

Come se non bastasse, sempre di domenica, una voce femminile mi contatta sul cellulare per scaricarmi addosso una raffica di imperdibili promozioni.

E i corrieri? Che cosa penserebbe Costantino del loro arrivare anche nei giorni di festa? Qualcuno sostiene sia una bella comodità, ma io mi chiedo: dov’è finita la domenica intesa come tempo di quiete? 

Chi ha concesso alle attività l’apertura ‘no stop’ ha mai riflettuto sulla decisione dell’imperatore romano Costantino il Grande di istituire, in tutto l’impero, il giorno di riposo settimanale?

Succedeva il 7 marzo del 321, 1701 anni fa:

Nel venerabile Giorno del Sole (ribattezzato, con l’avvento del Cristianesimo, dies dominica, Giorno del Signore), si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi.

Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo”. 

Due le frasi che mi colpiscono: “si lascino chiusi tutti i negozi” e il rispetto del “momento opportuno stabilito dal cielo”. Che la sospensione del commercio sia un invito, almeno per qualche ora, a passare dalla materia allo Spirito?

E se “il momento opportuno stabilito dal cielo” non fosse riferito solo ai lavori di campagna, ma anche al lavorio interiore del nostro binomio corpo-mente che, per mantenersi fecondo, necessita di autentico nutrimento?

Memore della frase di Pietro Trabucchi “Recandosi la domenica in un centro commerciale si può assistere al naufragio dell’umanità”, penso a chi dedica il fine settimana allo shopping, poi sposto la visione su chi si ripulisce dalle incrostazioni settimanali nei boschi, nei parchi e lungo le spiagge, per tornare con nuove energie, il giorno successivo, a occuparsi del quotidiano.

Rifletto sullo svuotarsi dei primi, sul riempirsi dei secondi, e sul valore immenso della libertà dell’essere umano di poter scegliere l’una o l’altra condizione. 

Osservo il brulichio inquieto degli uomini-macchina che non riescono a stare fermi, e la pace degli uomini-cuore che, dall’alba al tramonto del loro giorno libero, si rigenerano contemplando cieli, fiori e silenzio. E noi?

Vogliamo rendere la settimana una sequela di giorni tutti uguali?

Samuel Beckett dice che “Solo sedendo e riposando l'anima diventa saggia.”

Spegnere per 24 ore il televisore, il cellulare e la mente, non vuol dire estraniarci dal mondo, ma entrare dentro di noi per contattare il nostro Essere cuori in festa, perennemente immersi in quell’abbraccio d’Amore che aspetta ognuno di noi.

Con il nostro permesso.

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#5marzo2022
#GiornaleDiBrescia

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