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L'AMOREVOLE GENTILEZZA, SPUNTO DI RINASCITA
«Una mattina di 40 anni fa, mentre mi facevo la barba ed ero davanti allo specchio con le guance insaponate - racconta sul palco di Ted con voce serena Arnaldo Graglia - mi sono chiesto cosa volessi fare da grande. Ero libero, il mio lavoro di manager mi piaceva, avevo denaro, perché dunque quella domanda?»
Arnaldo in quell’istante percepì che oltre quella sua felicità doveva esserci molto di più e sentì che per sfiorare quel ‘di più’, avrebbe dovuto rinascere.
«In 24 ore - continua - ho abbandonato le vecchie abitudini che servono a sopravvivere, ma non a crescere, quali la mondanità, il tennis e gli amici con i quali la sera uscivo a divertirmi. Non ho mollato il lavoro dal quale mi sarei sganciato più tardi e sono qui, 40 anni dopo, a dirvi cosa ho scoperto».
Arnaldo paragona il suo percorso a un nuovo progetto che, per essere sviluppato, «andava coltivato con intenzione, pazienza, perseveranza, sentimento e attenzione verso gli altri». L’obiettivo finale era connettersi con tutto ciò che lo circondava: persone, animali, natura, cose.
Da dove cominciare? «Dal non nuocere agli altri - dice - ma a me che non ero un santo e avevo le mie antipatie serviva un addestramento; lo trovai nell’amorevole gentilezza, una pratica che genera un effetto simile a quello della primavera quando, dopo l’apparente morte invernale, al primo raggio di sole spuntano germogli e fiori.
Scoprii che irradiare questa ‘carezza del cuore’ faceva star bene me, la natura e gli altri, perché uno sguardo amorevole può essere un immediato conforto e una potente benedizione.
A differenza delle parole che possono essere equivoche, infatti, l’amorevole gentilezza è energia rigeneratrice onnipervasiva che, oltre a nutrire chi la dona come chi la riceve, ci sintonizza con le vibrazioni del mondo fondendo la nostra mente nell’armonia del Tutto e donandoci una profonda pace interiore».
È di nuovo Pasqua (che significa passaggio) e mentre l’incontro con la radicale trasformazione di Arnaldo, ora Lama Paljin Tulku Rinpoce, ci rivela che rinascere dalle personali ceneri quotidiane è possibile, Gesù ci mostra la sua risurrezione, un dono d’amore supremo che libera ogni uomo, credente e non, dalla paura della morte e quindi della vita.
Se “nostro Signore - afferma Martin Lutero - ha scritto la promessa della risurrezione non solo nei libri, ma in ogni foglia di primavera”, la rinascita è parte di questo fiorito sabato pasquale come di ogni giorno che seguirà finché morte non ci separi, anzi, finché morte non ci liberi dalla separazione.
Perché arriverà sì l’autunno, quando perderemo i colpi, e l’inverno, quando la fine ci sembrerà imminente, ma se avremo intrapreso il viaggio alla scoperta di noi, una chiara luce radiante che niente e nessuno potrà spegnere, illuminerà ogni minuto di quest’eterna primavera.
«I grandi cambiamenti iniziano dalle piccole cose» conclude Arnaldo.
Che ogni giorno possa cominciare davanti a uno specchio, sorridendo alla benevolenza di una carezza che sfiora la tazzina del caffè, il tronco del platano, il musino del gatto e noi, e gli altri, e l’intera Creazione che, prima di essere fuori, è già dentro di noi. Buona Pasqua. Di rinascita!
#16aprile2022
#GiornaleDiBrescia
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