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HELENA E CARLO: UN ATTIMO, STO ARRIVANDO
Agosto 2022. Sotto la volta maestosamente verde sorretta da possenti colonnati di abeti bianchi, la cattedrale della foresta di Camaldoli ospita le lunghe orecchie e il dolcissimo sguardo di Toni e Aurora Alba, due asini che lentamente camminano lungo il sentiero che dal Monastero conduce all’Eremo.
Con loro ci sono Carlo Magnani, ligure, ed Helena Kagemark, svedese, una coppia di cinquantenni partiti nel 2016 da Albiano Magra, in Toscana, per raggiungere la Svezia dove «abbiamo capito subito che non eravamo arrivati e che non potevamo fermarci perché il nostro viaggio era appena iniziato».
I coniugi si rimettono in viaggio e riattraversano l’Europa per tornare in Italia godendosi, nella lentezza del loro procedere, la bellezza dei luoghi, degli incontri, dell’ospitalità sempre generosa.
Sul finire del 2019 si unisce alla carovana, denominata “Un attimo, sto arrivando”, anche un bel cagnone bianco. Lungo la via i coniugi lasciano alle tante persone che li accolgono giovani alberi da piantare per segnare la strada percorsa che hanno battezzato la ‘Via Asina’ in onore dei loro due inseparabili compagni e maestri di viaggio.
«Cosa vi ha indotto, sei anni fa, a partire e ad essere ancora ‘a giro’ come si dice da queste parti?» chiedo.
«Eravamo stufi dei ritmi frenetici; io facevo l’attrice e la funambola, Carlo era tecnico dei suoni e direttore di palcoscenico. La nostra vita era un corsa continua».
Helena e Carlo si guardano ebbri di una libertà che rende felici. I loro sguardi sono pieni d’amore.
«Raccontiamo la nostra storia - dice Helena - perché tutti possano sentirsi liberi».
Carlo, con il palmo della mano appoggiato al collo di Toni, sorridendo aggiunge: «Le nostre giornate erano deliranti, avevamo una casa gonfia di oggetti e vestiti mentre ora tutte le nostre cose sono su questi due asini».
Osservo Helena, la dolcezza e la luminosità che emana e poi Carlo, il volto intriso di profondissima pace. Le parole dei due si fondono armoniche in un unico suono: «Il nostro cammino è regolato dal passo degli asini, sono loro a darci il ritmo. Ogni giorno facciamo circa dieci chilometri e poi cerchiamo un luogo per la notte che deve innanzitutto offrire fieno e acqua per Toni e Aurora Alba.
Adesso che fa caldo è una meraviglia anche dormire all’aperto e, abituati alle stelle, quando stiamo in tenda ci sentiamo chiusi in una scatola».
La parola ‘scatola’ mi rimbomba dentro. Noi siamo sempre chiusi in scatole di legno o cemento che chiamiamo case, uffici, negozi, o in scatole di metallo a quattro ruote a bordo delle quali percorriamo la vita a una velocità che non ci consente di assaporarla.
Nonostante il correre in macchina mi abbia sempre regalato l’ebbrezza della libertà, ora comprendo quanto illusoria e simile al fuggire fosse questa mia sensazione.
Quante volte ho contemplato il tramonto o il ragno tessere la sua perfetta ragnatela, senza guardare l’orologio? Non risiede forse nell’essere padroni del proprio tempo, la vera libertà?
Respiro lentamente l’aria tiepida e chiudo gli occhi lasciando alle carezze del vento ogni risposta mentre la Via Asina si compone di nuovi germogli e una voce sussurra alla mia fretta: “Un attimo, sto arrivando”.
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#27agosto2022
#GiornaleDiBrescia
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