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GLI INCONTRI: ISKRA
Sono in coda alla cassa di Bricoman con in mano cinque chili di stucco per piastrelle, davanti a me c’è solo una persona, ma stanno codificando lei e tutti gli articoli che ha preso e la faccenda va per le lunghe.
Sono lì che ne approfitto per rispondere a qualche messaggio sul cellulare quando una vocina piccola ma decisa, fa :«Posso darti un bacio?»
La voce è all’altezza del mio orecchio destro, mi giro e sopra un grande scatolone caricato su un carrello, sta seduto un mucchietto simpatico di vita: Iskra.
La piccola di un anno e mezzo ha i capelli rossi raccolti in una codina morbida e arricciata, la fronte scoperta e gli occhi come il bosco a primavera.
«Certo» rispondo accostando la mia guancia alla sua boccuccia. Lei mi schiocca un bellissimo bacio, io la ringrazio.
I suoi genitori osservano stupiti la scena, la madre, con accento dell’est, dice: «Che strano, non l’aveva mai fatto prima. Iskra, perché hai dato un bacio alla signora che non conosci?» chiede alla figlioletta.
Iskra non risponde e mi guarda; come possono le parole spiegare il linguaggio del cuore?
«Oh, ma noi ci conosciamo - affermo in risposta al punto interrogativo che ancora aleggia sul viso della donna - o meglio, i nostri cuori si sono riconosciuti».
Nel frattempo è arrivato il mio turno per pagare lo stucco che avrebbe dovuto procurarsi il piastrellista (se così fosse stato, io non sarei stata lì), tiro fuori il portafogli, lo apro e qualcosa mi cade a terra; è una piccola conchiglia che ho raccolto sulla spiaggia in Tanzania.
Le conchiglie sono tre, io e le mie amiche ne abbiamo una a testa. Quel pezzetto di mare è il simbolo di anime unite e lo porto sempre con me.
La mamma della bimba raccoglie il frammento africano e me la dà, io lo porgo a Iskra dicendo: «Tieni, è il mio regalo per te».
La bimba prende la conchiglia, il suo sorriso è il suo saluto.
Scintilla, una scintilla d’amore mi aspettava in quel capannone dove non sarei mai capitata se la fantasia della vita non avesse preso il sopravvento sulla mia ragione. E Iskra è un nome slavo che significa “scintilla”.
Mi sono allontanata in silenzio, il mio sguardo acceso nel suo mentre un dolcissimo incendio divampava nel mio cuore.